sabato 17 aprile 2010

Social Networking

Ho esplorato diversi Social network e trovo che ognuno di questi abbia diversi vantaggi. Devo ammettere che mi sembra difficile immaginare una vita migliore senza di essi. Non dico di esserne dipendente, ma sicuramente ha vantaggi non indifferenti per la vita sociale.
Primo fra tutti, Facebook. L'ho scoperto per la prima volta nel 2008 durante uno scambio culturale in Canada. Lì era già diffusissimo, in Italia invece ancora non esisteva. Mi sono iscritta molto scetticamente, più che altro per tenermi in contatto con gli amici canadesi. Ma da lì a poco si è lentamente diffuso anche in Italia fino ad essere il famoso e comune social network che tutti conosciamo. Io lo uso prevalentemente per tenermi in contatto con gli amici, mi dissocio da tutti i gruppi spesso idioti che ci sono.
Recentemente mi sono iscritta anche a Twitter. Molto più comune all'estero che in Italia, non trovo molta utilità se non per comunicare agli altri quello che si sta facendo (cosa che però io non scrivo mai in nessun tipo di social network). Chissà se si diffonderà anche in Italia.. io non lo uso, ma mai dire mai.
Myspace, altro social network al quale ero iscritta diversi anni fa ma che adesso ho totalmente abbandonato da parecchi anni ormai. Mi piaceva quando ero più piccola, apprezzavo più che altro la grafica molto personalizzabile, ma crescendo ho smesso di usarlo. Trovo che sia utile più per i gruppi musicali emergenti, per farsi conoscere e diffondere la loro musica.
Anche Youtube è molto utile per questo genere di cose. Lo uso molto spesso per curiosità più che altro. Mi capita di riguardare qualche spezzone di film o programma tv che mi piace e che magari non ho avuto l'occasione di guardarlo in tv. Insomma, è più che altro una fonte di svago per me.
Mi è capitato di sbirciare qualche volta su Deviantart. E' molto interessante sopratutto per chi è appassionato di arte e di fotografia. Non lo uso perchè purtroppo non ho il dono della fantasia e della creatività, ma ammiro molto le persone che riescono a creare opere d'arte spesso con soggetti apparentemente banali o semplici.
Per quanto riguarda gli altri social network sono molto ignorante.. questi citati sono quelli che conosco maggiormente.. e per adesso mi bastano =)

PubMed

PubMed è un motore di ricerca interamente dedicato alla letteratura scientifica, medica nello specifico. Il sito è in lingua inglese, occorre quindi conoscere l'inglese per poterne usufruire. Anche se, al giorno d'oggi, chi non possiede una conoscenza base d'inglese è tagliato fuori non solo dalla rete, ma anche dalla vita di tutti i giorni. C'è da dire che il linguaggio utilizzato in PubMed è strettamente scientifico e la terminologia risulta complicata anche per chi l'inglese lo conosce abbastanza. Comunque sia può essere un modo per imparare e apprendere nuovi termini medici.
Il sito è strutturato in modo abbastanza semplice. E' possibile effettuare una qualsiasi ricerca inserendo nello spazio la parola chiave che ci interessa, e per restringere il campo di ricerca si può cliccare su "Limits" e scegliere le opzioni che meglio soddisfano la nostra ricerca.
Solitamente per le mie curiosità mediche mi soffermo su altri siti, meno "professionali", del tipo paginemediche.it (al quale tra l'altro sono iscritta alla newsletter) che comunque trovo interessanti e sicuramente hanno un linguaggio più pratico per chi non è del settore (ovviamente rigorosamente in italiano!). Sicuramente questi sono siti "popolari"; PubMed presenta milioni di articoli estratti da riviste biomediche scientifiche e accuratamente rivisitati da esperti nel settore, il che lo rende una fonte di conoscenza attendibile.
Stamattina mi sono soffermata su alcuni estratti che discutevano sulla suscettibilità e resistenza antibiotica. La resistenza agli antibiotici è infatti uno dei problemi maggiori che pare si stia aggravando giorno dopo giorno, e sta rendendo vane diverse terapie antibiotiche. Se negli anni a seguire del 1928, con la scoperta della penicillina ad opera di Fleming, questo problema non esisteva, oggi invece è un dilemma che attende ancora una soluzione. Come riportato dall'articolo, molti batteri patogeni hanno sviluppato diverse strategie di sopravvivenza in presenza di antibiotici, come le mutazioni genetiche.
Ciò avviene molto spesso per l'uso sregolato da parte dei pazienti dei farmaci antibiotici. Ed è proprio l'abuso di antibiotici che ha permesso a molti batteri di acquisire determinate caratteristiche genetiche che conferiscono loro la resistenza antibiotica. L'articolo riporta una recente stima del Centro per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie: circa 90.000 decessi all'anno negli Stati Uniti sono attribuibili a infezioni batteriche, in particolare alle resistenza antibiotiche. E' un dato che fa molto riflettere.. per questo credo che sia importante per il futuro che le popolazioni si abituino a fare uso di antibiotici solo sotto prescrizione medica e solo quando strettamente necessario.

L'articolo è intitolato "Evolution in the antibiotic susceptibility and resistance", realizzato da S. Stefani - Dipartimento di Scienze Microbiologiche, Università degli Studi di Catania per la rivista Infez Med.